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Droni sugli aeroporti di Copenaghen e Oslo, la premier danese: “Non escludo il coinvolgimento russo”

LONDRA – Il caos di lunedì sera all’aeroporto di Copenaghen e contemporaneamente a quello di Oslo – i due scali più affollati della Scandinavia – è durato quattro ore a causa di almeno tre droni volanti. Non c’è ancora un responsabile acclarato e nemmeno gravi conseguenze: cento voli cancellati o ritardati, 35 dirottati su altre località, oltre 20mila passeggeri colpiti dai disagi. Ma la prima ministra danese Mette Frederiksen è netta: «Non si può escludere in alcun modo che si tratti della Russia». Un incidente da lei definito «l’attacco più serio alle infrastrutture critiche del nostro Paese. Dobbiamo essere pronti, come società, a far fronte». Non solo. Frederiksen ha esplicitamente collegato i due episodi di lunedì notte «agli attacchi di droni russi, alle violazioni di spazi aerei e ai recenti attacchi hacker negli aeroporti europei».

Gli investigatori di Danimarca e Norvegia restano cauti: «L’autore è qualcuno molto capace e non voleva provocare vittime». Ma la leader danese non ha dubbi: c’è una regia comune dietro le continue incursioni, attacchi e sabotaggi. Di chi? Volodymyr Zelensky è sicuro: «La Russia di Vladimir Putin». Anche la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper ha parlato di «uno schema chiaro che punta a Mosca». La presidente Ursula von der Leyen non è così esplicita, ma rimarca: «È chiaro che stiamo assistendo a una serie di continue aggressioni ai nostri confini. Le nostre infrastrutture critiche sono a rischio. L’Europa risponderà a questa minaccia con forza e determinazione.»

Il Cremlino fa spallucce: «Non prendiamo più in considerazione simili accuse infondate». Intanto Copenaghen alza a livello massimo l’allerta sabotaggi. Del resto, anche «le interferenze del segnale Gps stanno diventando un problema molto diffuso: una sfida e una minaccia in tutti i cieli europei», ha dichiarato a Andrius Kubilius, commissario Ue per la Difesa: «Di recente, anche a bordo con von der Leyen, abbiamo affrontato problemi di questo genere. A oggi circa il 40% dei voli in Europa attraversa aree disturbate da apparecchiature russe. Un fenomeno davvero di ampia portata».

Anche l’Italia è in allerta e sta lavorando a un piano di sicurezza nazionale per infrastrutture e aeroporti, come ha annunciato oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante una visita in Estonia ai 400 militari italiani stazionati sul fianco est della Nato: «Bisogna produrre le controminacce, accelerando il più possibile». Un primo piano anti-droni sarebbe già attivo da tempo per gli aeroporti di Roma, dove un sistema elettronico fa risalire rapidamente al proprietario del velivolo. «Ma serve molto di più», avverte Crosetto, «sebbene queste ultime azioni della Russia mi pare abbiano l’obiettivo di sviare l’attenzione dall’Ucraina».

Ma se tutta l’Europa è in allarme, il vicepremier Matteo Salvini si dice molto più sereno: «Ormai qualcuno vede l’ombra della Russia quando si alza la mattina e quando si addormenta la sera. Anche i droni che erano caduti in Polonia non erano russi. La mia preoccupazione non sono i carri armati sovietici, ma sono i troppi clandestini che continuano a sbarcare in Italia».