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FI e FdI al congresso del partito anti-Salvini. Il Patto Nord: “Nostre liste alle comunali nel 2026”

“Noi siamo pronti, apriamo le sezioni, presentiamo le liste in tutti i Comuni nel 2026”, assicura il neosegretario del neonato partito federalista che vorrebbe soppiantare la Lega, Paolo Grimoldi di Patto per il Nord. ‘Tutti’ si fa per dire: dall’Umbria in su. La due giorni di congresso fondativo a Treviglio si è concluso oggi, 65 interventi in tutto e ospiti trasversali: esponenti di FdI, Fi, Pd, +Europa, tra gli altri. Non del Carroccio ovviamente: gli ex usciti in polemica con la svolta nazionalista di Matteo Salvini sono visti come fumo negli occhi in via Bellerio. Delle specie di traditori. Ma è un sentimento speculare a quello dei “pattisti”. Grimoldi fa spallucce: “La Lega non esiste più, c’è la Salvini Premier che è un’altra cosa, un partito assistenzialista che preferisce aumentare le tasse per raccogliere voti al sud, che vuole togliere soldi alle opere che servono davvero per costruire il Ponte sullo Stretto”.

Ma quanto vale davvero il Patto per il Nord? Bella domanda che, soprattutto nel centrodestra, in parecchi si pongono. Perché indubbiamente l’area di riferimento è quella. La partecipazione congressuale non è stata malaccio: 300 persone, un’altra sala affittata il secondo giorno, e si sono fatte vedere anche persone per un periodo vicine a Roberto Vannacci, come la varesina Stefania Bardelli, detta la bersagliera del generale (ormai ex tale, sia lei che il militare). Di sicuro va notato chi hanno mandato per portare ai presenti i loro saluti gli alleati del Carroccio: per la fiamma Marco Osnato, deputato milanese d’adozione nonché genero di Romano La Russa, assessore regionale e ‘fratello di’; per gli azzurri Alessandro Sorte, segretario regionale lombardo con ottimi uffici presso “la famiglia” Berlusconi. Personalità sì legate al territorio, ma di primissimo piano. Nella consapevolezza che la coalizione, se necessario, si può allargare.

“Abbiamo organizzato il congresso perché il nord produttivo non può più attendere e da oggi torna ad avere la sua voce politica, la voce di chi produce, di chi lavora e di chi ha lavorato”, ragiona Grimoldi. Quando l’anno scorso fu espulso da Matteo Salvini, colpevole di aver fatto dichiarare a Umberto Bossi il suo voto alle Europee per un candidato di Forza Italia (l’ex leghista Marco Reguzzoni), Grimoldi fu corteggiato proprio dai forzisti, impegnati a costruire la componente ‘Forza Nord’. La decisione fu quella di andare avanti con una nuova associazione, ora diventata partito, animata da altre realtà autonomiste. I pattisti assicurano di essere presenti in 56 province. “Ci avranno anche privati di un simbolo e una bandiera – è il riferimento dell’ex deputato alla Lega – ma non cambieranno mai le nostre identità ed il sentimento autonomista e federalista che ci accomuna”.