Il duello si è svolto nei cieli del Donbass, a meno di venti chilometri dalla linea del fronte. I soldati hanno visto le lunghe scie di due jet, poi il secondo velivolo ha lanciato un missile che in pochi secondi ha colpito il primo, facendolo precipitare. Ma i rottami ritrovati nella zona di Konstantynivka, in mano agli ucraini, hanno rivelato una doppia sorpresa. La prima è che si trattava di uno dei mezzi più segreti di Mosca: il prototipo del drone S-70 Okhotnik – Cacciatore – con ali lunghe ben venti metri e velocità di mille chilometri orari. La seconda è che ad abbatterlo è stato un caccia russo, l’altrettanto moderno Sukhoi Su-57 Felon.
I due jet sono decollati dall’aeroporto Akhtubinsk, nella regione di Volgograd a circa 600 chilometri dal Donbass. Si sarebbe trattato di un volo di prova per testare le capacità del super-drone nel bombardamento: l’S-70 pesa quasi venti tonnellate e si ritiene possa trasportare almeno due tonnellate di bombe o missili. Ma il sistema di radiocontrollo avrebbe smesso di funzionare: secondo fonti ucraine il caccia a quel punto avrebbe compiuto rapidi passaggi intorno al drone, nel tentativo di deviare la rotta verso la Russia, poi avrebbe fatto fuoco.
Esistevano solo quattro prototipi del S-70, costruiti dal 2019 dagli ingegneri di Mig e Sukhoi per fare coppia con il Sukhoi 57 compiendo attacchi senza esporre l’aereo madre alla reazione della contraerea. Un concetto che sta venendo sperimentato pure dalle aviazioni occidentali: viene chiamato Loyal Wingman, il Gregario Fedele, ed è considerato il futuro prossimo del combattimento aereo.
Mosca ha sempre sostenuto che Il Cacciatore fosse stato realizzato con materiali in grado di assorbire le onde radar e un sistema di guida autonoma con intelligenza artificiale: una nuova generazione di robot guerrieri. Le immagini dei rottami invece mostrano poco di hitech e fanno pensare a un normale jet in leghe metalliche con la forma suggestiva di “un’ala volante”.
La sua distruzione da una parte conferma le difficoltà russe nel mettere a punto strumenti ad alta tecnologia, che si rivelano inaffidabili: è il caso ad esempio dei tank T14, moderni e innovativi ma mai mandati in battaglia. Allo stesso tempo l’episodio dimostra la volontà del Cremlino di mettere in campo armi sempre più devastanti: gli S-70 possono allungare il raggio d’azione dei bombardieri, colpendo ancora più in profondità il territorio ucraino.
