Napoli – Il palcoscenico se l’è preso Antonio Conte con un’altra prova di forza: terza vittoria di fila in campionato, primo posto blindato e percorso netto al Maradona, dove il successo con la Juventus (2-1) ha consentito al Napoli di mettere il sigillo sulla sua imbattibilità interna nel 2025. «Ai giocatori devo solo dire grazie. Stanno facendo qualcosa di incredibile che mi riempie d’orgoglio», ha detto Conte. In secondo piano l’amarcord per il ritorno da avversario di Spalletti, che ha invece incassato a Fuorigrotta la sua prima sconfitta da allenatore bianconero ed è scivolato a -8 dalla vetta.
La doppia sfida dell’ex Spalletti
Il cittadino onorario Spalletti era tornato nella sua Napoli con la stressante convinzione di doversi battere su due fronti: da grande ex contro i 55mila del Maradona e in panchina nella prima sfida ufficiale della carriera contro Conte. Ma lo stadio l’ha nella sostanza ignorato ed stato cavalleresco l’abbraccio tra i due colleghi a bocce ferme, all’inizio delle ostilità. Non sono state quindi di natura psicologica le difficoltà con cui si è dovuto misurare l’allenatore di Certaldo, al di là dello spavento che sul pullman della Juve si sono presi all’ingresso dello stadio, quando il lancio di una bottiglia ha scheggiato un finestrino. È stato l’unico momento di tensione e l’attenzione si è spostata subito sulle mosse tattiche con cui le panchine hanno provato a esorcizzare l’emergenza. Senza regista gli azzurri, che hanno sostituito l’infortunato Lobotka con il muscolare Elmas. Senza centravanti i bianconeri, con David out a sorpresa e la cavalleria leggera di Conceiçao e Yildiz in prima linea, per trovare un posto da terzino a Cabal. Il brasiliano non è mai riuscito però a contenere il connazionale Neres e la mossa è stata rinnegata nell’intervallo, quando il gol a freddo di Hojlund aveva già spezzato l’equilibrio.
Conte azzanna la partita
Conte ha infatti azzannato subito la gara e punito la prudenza di Spalletti fin dai minuti iniziali, forte degli equilibri e dell’autostima ritrovati dal Napoli col passaggio al 3-4-2-1. Il nuovo modulo esalta soprattutto le qualità di Neres ed è stato suo l’assist per il vantaggio sollecito di Hojlund, bravo anche lui a bruciare Kelly sotto misura. Ma è stato solo l’inizio di un primo tempo a senso unico, in cui Di Gregorio ha negato il bis a Di Lorenzo ed è stato salvato dal palo esterno su un altro colpo di testa di McTominay. La Juve in avanti non si è invece vista quasi mai e solamente Conceiçao ha creato qualche problema con la sua velocità a Buongiorno.
Hojlund si prende la scena
Per questo Spalletti è ritornato sui suoi passi con l’ingresso nell’intervallo di David, senza evitarsi due spaventi ravvicinati anche in avvio di ripresa: parata super di Di Gregorio su Hojlund e punizione a fil di palo di McTominay. Ma con una punta in più la Juventus è uscita dal bunker ed è stata premiata subito dal gol del pareggio: assist di McKennie e tocco beffardo di Yildiz. La partita s’è accesa e c’è stata qualche scintilla pure tra le panchine. A testa bassa gli azzurri, che invece di accusare il colpo hanno ricominciato a spingere sull’acceleratore con un cambio offensivo di Conte: Spinazzola per Olivera. È stato però di nuovo Hojlund a far esplodere il Maradona, firmando di testa la sua doppietta su un assist involontario di McKennie. Il 2025 magico di Fuorigrotta è finito col botto.
Napoli-Juventus 2-1 (1-0)
Napoli (3-4-2-1) Milinkovic 6 – Beukema 6.5, Rrahmani 7, Buongiorno 6 – Di Lorenzo 6.5, Elmas 6, McTominay 6.5, Olivera 5.5 (25’ st Spinazzola 6.5) – Neres 7 (34’ st Politano 6), Lang 6 (41’ st Vergara sv) – Hojlund 8. All. Conte 7.
Juventus (3-5-2) Di Gregorio 6.5 – Kalulu 5.5, Kelly 5, Koopmeiners 5 – Cambiaso 5.5 (26’ st Kostic 5.5), McKennie 5.5, Locatelli 5.5, Thuram 6.5 (37’ st Zhegrova sv), Cabal 5 (1’ st David 5.5) – Conceiçao 6 (31’ st Miretti 6), Yildiz 7 (31’ st Openda 5.5). All. Spalletti 5.
Arbitro: La Penna 5.5.
Reti: 7’ pt, 33’ st Hojlund, 14’ st Yildiz
Note: ammoniti Buongiorno, Kalulu, Beukema.
Spettatori: 54 mila circa.
