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Il ritorno di “Chocolat”. Joanne Harris: “Vogliamo pane e giustizia. E anche cioccolato”

Joanne Harris, in verità, ama più il vino rosso che il cioccolato. L’autrice inglese che con (e i suoi tre sequel) ha venduto 35 milioni di copie nel mondo, è rock (il sabato sera suona e canta in una band). Simpaticissima e accogliente, attraverso Vianne, la protagonista resa iconica da Juliette Binoche nel film del 2000 interpretato anche da Johnny Depp, ha trattato in modo “dolce” temi delicatissimi: dall’immigrazione alla claustrofobica atmosfera che, in ogni epoca in modo diverso, ha trasformato il cibo in arma di ricatto e punizione. Adesso Vianne è pronta a tornare: il 4 novembre Garzanti porta in libreria , un prequel che racconta come tutto ebbe inizio: «Se ci fosse un nuovo film – rivela Harris – mi piacerebbe che a interpretare Vianne fosse un’attrice nera».

Harris, 60 anni e più di 30 libri (oltre alla serie ha scritto fantasy, thriller psicologici, libri di cucina, persino una fanfiction ispirata alla serie ), ha vissuto molte vite e come Vianne ha attraversato mari in tempesta: dalla malattia alla presidenza (fino al 2024) della Society of Authors durante la quale ha difeso le sue idee su uguaglianza, diversità e inclusione finendo al centro, da mamma di una persona trans, di un feroce attacco da parte dei fan di J.K. Rowling.

«La parità di diritti esiste solo quando i diritti si applicano a tutti. Il resto è solo privilegio. Quando iniziamo a giudicare, criminalizzare o perseguitare gli altri sulla base della razza, della religione, dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, perdiamo il diritto di lamentarci se i nostri diritti vengono negati». Risponde al telefono da Brighton dove sta festeggiando Halloween alla World Fantasy Convention 2025, in programma fino a domani. «C’è un’atmosfera molto divertente», dice la scrittrice che raramente si sposta dalla sua casa con giardino nello Yorkshire. Lo farà ancora a metà novembre per quattro appuntamenti in Italia dove è amatissima: «Ho un rapporto speciale con i miei lettori italiani».

Harris, Vianne è un’outsider, un’immigrata: quanto è politica la scelta di tornare a raccontare un personaggio come lei in un momento in cui gli stranieri sono nuovamente demonizzati e visti con sospetto?

«Tutto quello che scriviamo è politico, che ne siamo consapevoli o meno. Io racconto persone che si muovono in una società che conosco. Vianne è stata un’outsider e un’immigrata nel corso di questi libri, ma sembra che la gente lo stia scoprendo solo adesso. Forse è un riflesso dei cambiamenti che abbiamo visto negli ultimi anni, ma nel mondo c’è sempre stata diffidenza nei confronti delle persone diverse».

Perché se ci fosse un nuovo film le piacerebbe che Vianne fosse interpretata da un’attrice nera?

«Vianne è un’immigrata clandestina, una senzatetto, una strega, una persona indesiderabile, una madre single, una viaggiatrice, una donna con molte abilità, tra le quali quella di capire gli altri, il loro dolore, le loro ferite, i loro bisogni. Ho sempre lasciato intendere che fosse etnicamente diversa da chi la circonda quindi non sarebbe affatto sorprendente».

Quanto è legata all’interpretazione di Vianne da parte di Juliette Binoche?

«Non ho alcun legame, anche se il film mi è piaciuto molto e ho ammirato la performance di Juliette. Ma ho immaginato Vianne per prima e nulla può sovrascrivere la mia visione iniziale di lei».

Sono passati 26 anni dall’uscita di “Chocolat”: perché ha sentito il bisogno di tornare alle origini di quella storia?

«Ho viaggiato insieme a Vianne e ho scritto quattro libri su di lei, iniziando con la sua storia di giovane madre e finendo con lei che vede entrambi i suoi figli lasciare casa. A un certo punto della vita a volte è utile guardare indietro per poi andare avanti. Questa è la storia delle origini di Vianne e spero che possa rispondere ad alcune delle domande che i lettori potrebbero avere sul suo passato».

Ha detto di non essere una cuoca molto brava, eppure ha trasformato il cibo in una trama bestseller.

«Tutti mangiano: il cibo è una delle esperienze umane più universali. Ed è un indicatore importante della cultura: riporta al passato, ci introduce in altri luoghi, ci riunisce con amici e familiari, ci conforta nei momenti di bisogno. E nella letteratura può essere un modo interessante per arrivare al cuore della personalità di un personaggio».

Il cibo riguarda le relazioni, l’amore e la guerra: pensiamo ai bambini affamati di Gaza, ma anche alle ragazze e ai ragazzi che lo rifiutano manifestando un disagio. Cosa ci dice di una comunità?

«In una certa misura può essere un riflesso della società: il cibo è scarso? È abbondante? È prodotto in modo etico? C’è spreco? Ce n’è troppo? Le persone sanno da dove viene o lo vedono preconfezionato nei supermercati? Il cibo collega le persone alla terra e alla sua storia? Le collega ad altre comunità e culture?».

Quindi ha un lato politico?

«Sì, è sempre politico, così come lo sono le nostre scelte alimentari, spesso inconsciamente: dettate dal denaro, dalla pubblicità o, a volte, dalla nostra consapevolezza degli affari esteri o dei cambiamenti climatici».

Lei ha condiviso l’esperienza della sua malattia, un cancro al seno. Mangiare è prenderci cura di noi stessi?

«Penso che sia importante ascoltare ciò di cui il corpo ha bisogno, che si tratti di cibo, sonno o medicine. È anche importante capire che la salute mentale è legata alla salute fisica. A volte è difficile trovare il tempo per noi stessi, ma abbiamo un solo corpo e una sola vita. Dobbiamo ricordarcelo».

Ha preso posizione contro l’intelligenza artificiale: possiamo dire che non sarà mai in grado di cucinare bene?

«Non credo che l’intelligenza artificiale sarà mai in grado di fare bene qualcosa, se non guadagnare soldi per chi ne ha già troppi, sottraendoli a chi non ne ha abbastanza».

Il libro

, di Joanne Harris (Garzanti, traduzione Laura Grandi, pagg. 400, euro 22). In libreria dal 4 novembre

Gli appuntamenti

Joanne Harris sarà in Italia per presentare il suo nuovo libro , ecco gli appuntamenti: venerdì 14 novembre alle 18,30 a Bookcity a Milano (Castello Sforzesco, sala Weil Weiss); sabato 15 ore 12 Festival Duemilalibri, a Gallarate (Museo Maga); sabato 15 ore 18,30 Scrittorincittà (Cuneo); domenica 16 ore 11 RivoLibri a Rivoli