KIEV — È sempre più cupa questa guerra che non trova binari verso la pace ma continua a precipitare. Avanzate e distruzioni, allarmi nucleari, stragi e civili in trappola. In un solo giorno c’è tutto questo orrendo menu. Dal monito dell’Aiea sulla tenuta della centrale atomica di Kursk, ai nuovi missili ucraini presentati da Zelensky; dall’ennesimo albergo, stavolta l’Aurora di Kryvyi Rih, centrato da un Iskander russo (3 morti e 5 feriti), agli F16 schierati — per la prima volta ufficialmente — dagli ucraini per contrastare gli attacchi.
E intanto si trema a Est, dove la pressione russa continua a conquistare terreno nel Donbass. Ogni giorno cadono villaggi, il coprifuoco vicino alle linee russe è stato esteso dalle 15 alle 11 del mattino successivo. La morsa intorno a Pokrovsk è stretta, ma la pressione è distesa su un fronte enorme. A Nord, però, è l’Ucraina a rivendicare nuovi successi. Secondo il comandante delle forze armate, Oleksandr Syrsky, le forze di Kiev ora controllano 1.294 chilometri quadrati e cento insediamenti nel distretto russo di Kursk, dove hanno catturato 594 soldati russi. Solo nell’ultima settimana avrebbero conquistato 32 chilometri quadrati, ma il vero successo sbandierato è un altro: aver costretto Mosca a dirottare «30mila soldati dal Donbass a Kursk».
La situazione generale resta difficile per Kiev. Il presidente Zelensky ha detto ieri in conferenza stampa che le forze armate russe controllano il 27% del territorio ucraino. E visto che l’Occidente è «troppo lento» nell’assecondare la richiesta di Kiev di fornire armi adeguate a rispondere alla minaccia, ha annunciato con orgoglio che da oggi l’Ucraina sarà in grado di fare anche da sola: «Forse è troppo presto per parlarne, ma il primo missile balistico ucraino è stato testato con successo».
In questa follia bellica collettiva l’umanità rischia già un nuovo cataclisma. Il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, dice che il «pericolo di un incidente nucleare nella centrale di Kursk» è concreto, viste «le tracce di attacchi di droni» all’interno del perimetro. Una minaccia che si ripete come già in passato per quella di Zaporizhzhya: il rischio di un incidente atomico non solo non spaventa le parti ma viene usato come una clava. E mentre Grossi rinnova l’appello a entrambi a tener fuori l’energia nucleare civile dal campo di battaglia, annunciando che in settimana incontrerà Zelensky a Kiev, Energoatom annuncia l’intenzione di costruire una nuova centrale nucleare nella regione dei Circassi. Nascerà «sul sito della vecchia centrale incompiuta e abbandonata a Chigyryn». Intanto mezza ucraina è al buio, i blackout programmati in tutto il Paese durano ore e rendono la vita quotidiana complessa.
Al fronte, lo scontro è sempre più duro. Nonostante la difficoltà di trovare nuove forze per rimpiazzare i caduti e per lasciar tirare il fiato a chi combatte da due anni e mezzo, si rinnovano le voci di nuovi possibili scenari di attacco su entrambi i fronti. Da un lato la Bielorussia che accumula forze al confine e non ascolta gli appelli di Kiev a fare un passo indietro; dall’altro i timori russi di un possibile nuovo attacco ucraino nella regione di Belgorod, un’ipotesi che fluttua da diversi giorni.
Molti piani d’attacco, e anche molta diplomazia per cercare aiuti e appoggio con cui sostenerli: l’Ucraina trasmetterà (secondo alcune fonti lo ha già fatto) un elenco di obiettivi da colpire in Russia con le armi occidentali e con gli F16.
