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Meloni a Cernobbio: “Sangiuliano si è dimesso per una vicenda privata. Governo non indebolito. Boccia? La mia idea di donna è all’opposto”. E l’imprenditrice le risponde: “La premier una pugile che colpisce il vento e non intacca la verità”

CERNOBBIO – Giorgia Meloni si presenta qui, tra gli stucchi di Villa d’Este, con lo scalpo del dimissionato Gennaro Sangiuliano, un nuovo ministro della Cultura appena nominato, Alessandro Giuli, e con un messaggio che il grosso delle imprese che l’ascolta (e in più occasioni l’applaude) si attende: stabilità. Appena si accende la spia rossa del microfono, con la faccia seria, la premier dice così: “Se qualcuno pensa che situazioni come quella di Sangiuliano possono indebolire il governo si sbaglia. Sangiuliano ha sbagliato, ma morto il re, vive il re. Dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo ministro”. E quindi “intendo fare il mio lavoro, farlo bene e fino alla fine della legislatura”. Poi però le scappa una frase rivelatrice del momento, degli spettri che turbinano intorno a Palazzo Chigi: “Se arrivo a Natale, il mio sarà il sesto governo più longevo d’Italia”. In quel “se” c’è tutta l’inquietudine per quello che il passo indietro di Sangiuliano – il primo di un ministro dalle Politiche del ’22 – rappresenta e dimostra: il governo è indebolito, può perdere pezzi. Altra frase rivelatrice: “Se arrivo fino a Pasqua a che punto della classifica sono? Non lo dico, sono scaramantica”. Meloni, che ha tentato di difendere Sangiuliano fino all’ultimo, sostiene che “è un precedente a cui non intendo prestarmi”. Pure lei, come la ministra Daniela Santanchè, evoca quasi una trama: “Il ministro Sangiuliano si è dimesso ma non ci sono illeciti. C’è stata una forte attenzione mediatica che ha trasformato una vicenda privata in una cosa pubblica”.

La platea degli imprenditori non pare avere molta voglia di ascoltare questo capitolo. Alla seconda domanda sull’affare Sangiuliano, sulla sua amante-consulente Maria Rosaria Boccia, qualcuno strilla “Basta!”. Meloni risponde senza mai nominarla: “Non credo di dovermi mettere a battibeccare con questa persona, lo dico per le tante donne che hanno guardato a questa vicenda come me. La mia idea su come una donna deve guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposta da quella di questa persona”. Nel frattempo, l’avvocato dell’ex ministro, Salvatore Sica, ha fatto sapere che “la denuncia è in via di elaborazione e intendiamo depositarla all’attenzione dei magistrati all’inizio della prossima settimana. Mi incontrerò con Sangiuliano e procederemo allegando all’esposto anche una serie di documenti che dimostrato l’assoluta correttezza della condotta del mio assistito. È innegabile che l’ex ministro, a mio modo di vedere, è stato oggetto di pressioni illecite da parte della dottoressa Boccia che, a mio mondo di vedere ma la decisione spetterà ai magistrati, prefigurano il reato di tentata estorsione. Nell’atto che metteremo a disposizione dei pm forniremo una ricostruzione cronologica e dettagliata di questa vicenda che è e resta privatissima”.

Meloni risponde a Maria Rosaria Boccia: “La mia idea sullo spazio di una donna nella società opposto a questa persona”

Nel pomeriggio arriva via social la risposta di Boccia che tagga il profilo della premier, a specificare la destinataria del messaggio, con un breve filmato di Meloni che si tocca nervosamente il naso: “Ogni donna deve essere libera di vivere la propria essenza, nel rispetto degli spazi altrui. Per comprendere appieno gli spazi conquistati, è necessaria l’umiltà di ascoltare la storia con una mente aperta. Solo così possiamo definire quegli spazi fino a raggiungere la dimensione della verità, che apre la possibilità di scegliere consapevolmente e comprendere che ci sono strade diametralmente opposte tra cui scegliere. Ciò che vedo è una donna pronta allo scontro, che affronta la situazione con la forza di un pugile, che soffia il naso dopo il jab, ma non vede di aver sferrato un colpo al vento, senza intaccare la verità. Metta da parte i guantoni: sono la gentilezza e le carezze ciò di cui c’è bisogno”.

Prima dell’intervista con Luciano Fontana, a Villa d’Este Meloni incontra per un bilaterale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Abbiamo discusso di come continuare a lavorare per arrivare a una pace giusta”, riferisce. Il governo italiano “non mollerà l’Ucraina”, ripete due volte. Non menziona la Lega, ma manda segnali: “A quelli che mi parlano di pace, che dicono che noi non dobbiamo inviare le armi all’Ucraina perché così creiamo pace, voglio segnalare sommessamente che se c’è stata un’invasione non c’è bisogno di nessun tavolo di trattativa, che si crea forse se c’è uno stallo tra le forze in campo. Ora lo stallo c’è”.

Sul dossier che qui è il più sentito, la legge di bilancio, non svela quasi nulla. “Ma c’è la volontà di continuare a fare le cose confermando con le misure che avevamo già. La stagione ei bonus e risorse buttate dalla finestra è finita”. La linea è: “Ci sono pochi soldi? Non si possono sperperare. Le priorità che danno il moltiplicatore migliore sono le imprese che assumono, i salari, la difesa del potere d’acquisto delle famiglie, la salute dei cittadini e la natalità, problema che dobbiamo affrontare”. Il nostro sistema di welfare “con questi dati demografici non reggerà – ha aggiunto la premier – perché la popolazione continua a invecchiare, nascono sempre meno figli e avremo sempre più persone da mantenere e meno persone che lavorano per mantenerle. Non se ne esce se non favoriamo anche qui delle politiche diverse”.

C’è spazio anche per una discussione sull’Ue, dopo il no di FdI al bis di Ursula von der Leyen. “Dicevano che von der Leyen si sarebbe segnato al dito un mancato voto e se fossi in lei mi arrabbierei molto. FdI non aveva votato von der Leyen ma io ho lavorato ben con lei in questi due anni e non ho ragione di credere che le cose vadano diversamente in futuro”. Sulla nomina di Raffaele Fitto “siamo in dirittura d’arrivo sull’annuncio della presidenza della commissione europea. Non ho motivo di credere che all’Italia non le venga riconosciuto ciò che le spetta, per la forza che l’Italia ha, e trovo il dibattito surreale”. Le chiedono chi sarà il prossimo ministro, a chi affiderà la torta miliardaria del Pnrr, che non va sciupata. Ma lei svicola: il piano di ripresa “sarà in buone mani”.