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No vax, comitato sciolto. Meloni contro Schillaci: “Scelta non concordata”

Poco prima delle 7 di ieri mattina Orazio Schillaci ha firmato il decreto di revoca del nuovo Nitag, cioè l’organismo consulente del ministero alla Salute per le politiche vaccinali, che era stato nominato dieci giorni fa, il 6 agosto.

Il motivo ufficiale, scritto nell’atto, è la necessità di «coinvolgere le categorie e gli stakeholder interessati dalle politiche vaccinali, al fine di garantire interventi volti a migliorare l’offerta e a coprire la massima parte della popolazione richiedente». Dunque, Schillaci è stato irremovibile sull’eliminazione della commissione dove erano stati inseriti due membri considerati “ultrà No-Vax”, Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite. La scelta, però, non sarebbe piaciuta alla premier Giorgia Meloni. Da Palazzo Chigi filtra che la premier sarebbe irritata perché «la revoca è stata una scelta non concordata, noi siamo per il pluralismo». Le prossime ore diranno quali saranno gli effetti di questo nervosismo.

A mettere i due nominativi nell’elenco dei 22 incaricati sarebbe stata la capa della segreteria politica del ministero, Rita Di Quinzio, dando seguito alle indicazioni di esponenti di FdI. Schillaci ha commesso la leggerezza di non verificare i vari nomi e quando sono esplose le polemiche da parte dell’opposizione e di gran parte del mondo medico e scientifico si è messo al lavoro per bloccare tutto. Serravalle e Bellavite hanno rifiutato di dimettersi e allora il ministro ha preparato il decreto. Dentro FdI c’è stata agitazione, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari ha proposto di congelare tutto e aspettare settembre. Schillaci ha minacciato le dimissioni e poi ieri ha approvato l’atto, anche perché fino a quel momento non sono arrivate indicazioni in senso contrario dalla stessa Meloni.

«La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore – ha detto il ministro – Con questo spirito abbiamo sempre lavorato e continueremo ad agire nell’esclusivo interesse dei cittadini». Ieri sono arrivate molte reazioni di sostegno alla scelta di Schillaci, da parte dei tecnici, medici e ricercatori e pure dell’opposizione. La maggioranza, invece, sul tema si divide. Forza Italia approva la scelta del ministro, come si era già capito nei giorni scorsi dalle parole di Letizia Moratti.

La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha aggiunto che la scelta di Schillaci è stata «un atto di responsabilità e di tutela verso i cittadini. È fondamentale che chi siede in organismi così delicati sia coerente con l’evidenza scientifica». La Lega, però, la vede in modo diametralmente opposto. Il partito di Matteo Salvini nei giorni scorsi aveva fatto comunicati per lodare la composizione del Nitag e ieri Claudio Borghi ha parlato di «un grave errore. A questo punto si vigilerà perché nella nuova composizione dell’organismo ci siano ancora, per quanto possibile, tutte le voci rappresentate. È stato sbagliato andare dietro al vociare di 3-4 persone che non hanno un alto profilo accademico, scientifico e politico. Negli Stati Uniti hanno uno come Kennedy, da noi si va ancora dietro a personaggi senza né arte né parte». E Fratelli d’Italia? Non risultano dichiarazioni ufficiali dal partito, che in questi giorni ha vissuto un interno vivace. Certo che ora il presunto nervosismo della premier potrebbe cambiare le cose.

Ieri Pd, Azione, Italia Viva e anche i Cinquestelle hanno lodato la scelta del ministro. Il primo ad appoggiare il nuovo decreto è stato Filippo Anelli, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici. «Accogliamo con estremo favore l’iniziativa del ministro».