ROMA – «Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione, lo dico da più tempo. Penso che abbiamo il compito di mettere questo Paese nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci: non dico Putin, dico chiunque». Guido Crosetto evoca «il dirupo». L’altro giorno a Lubiana Sergio Mattarella aveva prefigurato «il baratro». L’Europa si scopre nuda sull’orlo del precipizio. Nel governo si fa autocritica. «Non siamo pronti perché non abbiamo investito più in difesa negli ultimi vent’anni e quindi i vent’anni non si recuperano in un anno o in due», ammette il ministro della Difesa parlando con i giornalisti a margine della presentazione a Roma del bilancio del tour mondiale della Amerigo Vespucci. Paura di Putin, quindi. Ma non per Matteo Salvini, che in serata, al Tg3, ha stabilito un’altra gerarchia dei pericoli. «Per me e per la Lega la priorità è la sicurezza nazionale, la difesa e la sicurezza dei confini, soprattutto quelli da cui sbarcano delinquenti e terroristi». Il pericolo sono i migranti. «Il mio problema non sono i carri armati russi ma i troppi delinquenti stranieri che sbarcano». Le divisioni nel governo, con Salvini morbido con le ragioni di Mosca, si riverberano anche su come difenderci dopo che la violazione dello spazio aereo polacco costringe a fare i conti con scenari impensabili fino a tempo fa.
La Nato chiede di rafforzare il confine orientale, con la missione Sentinella dell’Est. Il che impone all’Italia un ulteriore costo in termini di impegno. Si parla di aggiungere due caccia Eurofighter al dispositivo già presente. Manca ancora l’ufficialità, però. «Non è giunta ancora alcuna richiesta ufficiale al dicastero e pertanto non è stata assunta alcuna decisione in tal senso», hanno frenato dalla Difesa. «Le eventuali valutazioni sul contributo nazionale alle missioni della Nato vengono esaminate esclusivamente nelle sedi competenti dell’Alleanza atlantica e successivamente sottoposte, come da prassi, all’approvazione degli organi istituzionali italiani». Ma il dado sembra tratto. Il Consiglio atlantico si riunirà oggi e domani, ed esaminerà la questione dei due caccia.
A Roma intanto la premier Giorgia Meloni ha incontrato per un’ora il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. «L’Italia è stata una convinta sostenitrice dell’Ucraina fin dall’inizio dell’aggressione russa. Abbiamo discusso dei nostri sforzi comuni per avviare l’Ucraina sulla strada di una pace giusta e duratura. La sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa sono interconnesse. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di difesa comune, avvalendoci di strumenti comuni, come Safe», ha scritto su X Costa.
