“Ho scoperto un tumore, l’operazione è a gennaio”. Carlo Vanzini, 54 anni, volto notissimo della Formula 1 – è telecronista e responsabile del team F1 di – parla della sua battaglia contro il male che lo ha colpito al pancreas. Una scoperta quasi casuale, come racconta in una intervista al . “Pensavo di saltare il solito check up, ma quando il mio collega di Sky Davide Camicioli ha pubblicato un post dal centro Formula Medicine di Viareggio, l’ho chiamato dicendogli che sarei andato con lui”.
Il ruolo fondamentale della famiglia
Sposato con Cristina Fantoni (collega di ), tre figli (Luca, 22 anni, Giacomo, 17 e Anita, 11), Vanzini parla del ruolo fondamentale della famiglia: “Cristina, ancora una volta, è stata bravissima. È la colonna portante della famiglia, è una donna fortissima. Ma io ho chiesto di comportarsi come sempre, di farmi arrabbiare, perché non avevo bisogno di infermieri”. Ha fatto dieci sedute di chemioterapia, ne manca una, poi a fine gennaio potrà operarsi. Ripensando alla sorella, morta 5 anni fa della stessa malattia per essersene accorta troppo tardi, si definisce un “malato fortunato” perché “se si può fare l’intervento, il tumore si può togliere”.
La decisione di parlare della malattia
Ha deciso di rendere pubblica la malattia «perché qualcuno comincia a fare domande. Sono entrato in tendenza su , per il mio aspetto: sono gonfio per il cortisone, sono pelato, porto il cappellino, ho perso la barba…”. Un passato da maestro e allenatore federale di sci, Vanzini sta cercando di non lasciare le sue abitudini: “Ho imparato ad ascoltarmi, a sentire la stanchezza, le dita delle mani e dei piedi diverse dopo la chemio. Però continuo a giocare a calcetto una volta alla settimana con gli amici di sempre, anche se ora sto in porta… Luca mi ha trascinato a giocare a tennis e a padel. Mi viene subito il fiatone, ma almeno ci provo. Esco con l’ebike. Un giovane pilota di Formula 1 e il medico che mi ha in cura mi hanno detto che è una questione di testa e io ce la sto mettendo tutta”.
Un Natale diverso
Un Natale che dell’ottimismo: “Mentre facevo l’albero con i ragazzi non ho pensato che potesse essere l’ultimo, ma certo avevo uno spirito diverso. È come se ora il mio tempo fosse più intenso, non mi va di farlo scivolare via”.
